Montegranaro: corso di formazione in materia ambientale del 14 Marzo 2024

Si è tenuto a Montegranaro (FM) in data 14 Marzo 2024, presso l’Hotel Horizon,  il Corso di formazione di 8 ore con rilascio di attestato di partecipazione che ha visto la partecipazione in qualità di relatore del Magg. a.r. Albero Casoni esperto in materia ambientale.
Sono stati formati 80 titolari gestori di impianti di recupero di rifiuti inerti derivanti da costruzione di nuovi immobili e la demolizione degli immobili vecchi con particolare attenzione a quelli post sisma.

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Macerata 7 Dicembre 2023. Corso di formazione in materia ambientale

Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 meglio conosciuto come “Testo Unico Ambientale”.
Organizzato dal Comando Polizia Locale di Macerata, diretto dal Dirigente Superiore Dott. Danilo Doria, si è svolto a Macerata un corso di formazione della durata di 6 (sei) ore per discutere delle modifiche introdotte dalla Legge 137/2023 che hanno riguardato l’inasprimento di alcune sanzioni relative all’abbandono dei rifiuti solidi urbani.
Il Magg. Alberto Casoni, già responsabile della Polizia Ambientale di Macerata, ha illustrato i principi generali del Testo Unico Ambientale soffermandosi in particolare per quanto riguarda le modalità di gestione dei Rifiuti (Urbani e Speciali).
Il relatore del corso, oltre a riferire sulle più recenti modifiche normative riguardanti questo settore, ha ritenuto opportuno orientare l’approfondimento di questa normativa sulle competenze dirette della Polizia Locale.
In particolare sono stati affrontate alcune tematiche più vicine all’operato tradizionale della Polizia Locale come ad esempio la gestione degli autoveicoli fine vita, il rinvenimento degli autoveicoli abbandonati su aree pubbliche ed aree private soggette ad uso pubblico e, come detto in premessa il problema dell’abbandono dei rifiuti: dalla fase dell’accertamento alle procedure finalizzate al ripristino dello stato dei luoghi (applicazione delle sanzioni accessorie). Gli argomenti oggetto di approfondimento hanno riguardato anche la gestione degli imballaggi e dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) derivanti dai nuclei domestici oltre ad altre tematiche ambientali relative alle competenze assegnate dal Legislatore ai Comuni come ad esempio la gestione dei rifiuti da esumazione ed estumulazione, la gestione degli scarti derivanti dalla manutenzione del verde pubblico alla combustione illecita dei rifiuti ed alle pratiche di “abbruciamento”
dei rifiuti agricoli, alla gestione dei farmaci scaduti derivanti dalle profilassi umana ed animale nonché particolari tipologie di rifiuti prodotti da attività tipicamente presenti nei centri urbani come:
estetiste, tatuatori, parrucchieri, studi medici e medici veterinari.
E noto che la Polizia Locale presente in tutti i Comuni d’Italia è da considerare l’Organo di controllo più vicino alla cittadinanza nonché quello più a diretto contatto con il traffico veicolare; proprio quest’ultima attività di controllo lo rende particolarmente esposto alle operazioni di verifica di eventuali traffici di rifiuti. Inoltre, proprio per questa vicinanza e prossimità con la popolazione, gli Agenti delle Province e dei Comuni possono essere considerati, oltre che Organo di
Polizia amministrativa con funzioni di Polizia giudiziaria, anche le sentinelle del territorio.
Non è una competenza leggera poiché, come molti sapranno, la conoscenza delle Leggi che regolano la tutela dell’ambiente sono molte e oltretutto anche molto complesse: è impensabile che senza un’adeguata formazione ed aggiornamento sull’evoluzione normativa che regolamenta questo settore, gli operatori della Polizia Locale possano operare con
competenza e professionalità.

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Gestione fine vita dei pannelli fotovoltaici

Molto è stato detto e molto si dirà ancora in relazione alle modalità di gestione dei pannelli fotovoltaici una volta dismessi per saturazione ovvero, per la sostituzione con altri elementi di più recente innovazione tecnologica.

Cosa c’è da conoscere?

Prima di affrontare direttamente l’argomento in oggetto deve essere considerata, innanzitutto, la descrizione dei materiali costituenti questa apparecchiatura.

Viene utilizzato il termine “apparecchiatura” poiché una delle ultime modifiche del Testo Unico Ambientale D. Lgs. 152/06, nonché del Decreto Legislativo 14 marzo 2014, n. 49, questi pannelli sono stati inseriti nell’elenco delle cosiddette “Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche” meglio conosciute con l’acronimo “AEE” e, una volta dismesse, perché non più utilizzabili per lo scopo per cui sono nate, acquisiranno il termine giuridico di “RAEE” (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Ebbene, come detto, queste apparecchiature sono costituite da:

  1. una struttura “montante” e/o base d’appoggio, solitamente costituito in metallo non ferroso (alluminio) ovvero in materiale plastico;
  2. una serie di celle solari in silicio i quali costituiscono l’elemento ricevente il raggio solare;
  3. l’etilene vinil acetato(spesso indicato con la sigla EVA) che è una materia plastica copolimerica di etilene e acetato di vinile. Nella produzione di pannelli solari fotovoltaici fogli di EVA vengono utilizzati per sigillare il tutto. Le celle solari, assemblate in stringhe e connesse in serie, vengono racchiuse fra due fogli di EVA a formare una sorta di sandwich; poi il pannello solare fotovoltaico, ancora diviso in molti strati: vetro + EVA + celle + EVA + foglio posteriore (back sheet), viene sottoposto ad un processo di laminazione sottovuoto, che portando l’EVA a temperature superiori a 150 °C per tempi di circa 10 minuti, permette la polimerizzazione dell’EVA e incapsula ed isola il tutto dall’aria, garantendo così un tempo di vita molto lungo;
  4. vetro temprato;
  5. scatola d’ingiunzione; la scatola di giunzione fotovoltaica solare è un connettore tra l’array di celle solari composto da moduli a celle solari e dispositivo di controllo della carica solare. La scatola di giunzione del modulo a celle solari gioca un ruolo importante nella composizione del modulo solare, che collega principalmente l’energia generata dalla cella solare con linee esterne. La scatola di giunzione fotovoltaica è incollata insieme al backboard dei componenti da gel di silice, e i fili in uscita nei componenti sono collegati con i fili interni nella scatola di giunzione e i fili interni sono collegati con i cavi esterni per far condurre i componenti e i cavi esterni. Il diodo nella scatola di giunzione assicura che i componenti possano funzionare normalmente quando sono bloccati dalla luce. All’interno delle medesime trovano collocazione i diodi anch’essi costituiti da un involucro di metallo ed una componente in silicio (un piccolo cristallo di materiale semiconduttore, normalmente una piastrina di silicio o di germanio);
  6. rame e argento nella fattispecie cavi conduttori ricoperti di plastica componenti in argento per aumentare la conduttività.

Queste sono le matrici che compongono un pannello fotovoltaico.

Ebbene, entriamo nel cuore della problematica. Come debbono essere gestiti i pannelli fotovoltaici a fine vita?

Risposta: I pannelli fotovoltaici fine vita, stante la loro composizione originaria, presentano tutte le caratteristiche della cosiddetta “circular economy” di cu molto si parla in questi ultimi tempi.

Una volta separato e smistato, ogni componente viene inviato al proprio canale di riciclo:

  1. Il vetro è un materiale riciclabile all’infinito e può essere utilizzato per realizzare contenitori in vetro, fibra di vetro o prodotti isolanti;
  2. L’alluminio, una volta riciclato, viene utilizzato per formare nuovi oggetti, come ad esempio le lattine;
  3. Il silicio può essere riutilizzato fino a 4 volte e viene di solito usato per creare nuove celle fotovoltaiche;
  4. Il rame e l’argento vengono fusi per essere riutilizzati;
  5. La plastica può essere riciclata e destinata alla produzione di altri manufatti quali ad esempio tubazioni per condotte fognarie, vasellame per la vivaistica, ecc.

Pertanto, in sede di rottamazione dei pannelli fotovoltaici (il mercato attuale fornisce apparecchiature che possono avere oltre 30 anni di vita), essendo gli stessi costituiti per la maggior parte da materiale inerte e da altre componenti organiche e inorganiche, le componenti originariamente utilizzate per la realizzazione di questa apparecchiatura, possono essere recuperate fin oltre il 95% del loro insieme.

Conclusioni

Se qualcosa si volesse andare a ricercare in merito alle potenziali forme d’inquinamento derivanti da questi manufatti, queste possono essere ricercate esclusivamente nella fase di fabbricazione.

Quando producono energia elettricità, i pannelli solari non emettono sostanze inquinanti.

La loro produzione, trasporto e riciclaggio hanno un impatto molto basso sull’ambiente.

Inoltre, durante la sua vita, un pannello solare produce molta più energia di quella necessaria per la sua fabbricazione. Il suo impatto sull’ambiente è positivo e sempre in miglioramento.


giugno 2023                                                       Alberto Casoni

 

 

 

#fotovoltaico,  #mensòres, #mensoresconsulenti

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