Gestione fine vita dei pannelli fotovoltaici

Molto è stato detto e molto si dirà ancora in relazione alle modalità di gestione dei pannelli fotovoltaici una volta dismessi per saturazione ovvero, per la sostituzione con altri elementi di più recente innovazione tecnologica.

Cosa c’è da conoscere?

Prima di affrontare direttamente l’argomento in oggetto deve essere considerata, innanzitutto, la descrizione dei materiali costituenti questa apparecchiatura.

Viene utilizzato il termine “apparecchiatura” poiché una delle ultime modifiche del Testo Unico Ambientale D. Lgs. 152/06, nonché del Decreto Legislativo 14 marzo 2014, n. 49, questi pannelli sono stati inseriti nell’elenco delle cosiddette “Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche” meglio conosciute con l’acronimo “AEE” e, una volta dismesse, perché non più utilizzabili per lo scopo per cui sono nate, acquisiranno il termine giuridico di “RAEE” (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Ebbene, come detto, queste apparecchiature sono costituite da:

  1. una struttura “montante” e/o base d’appoggio, solitamente costituito in metallo non ferroso (alluminio) ovvero in materiale plastico;
  2. una serie di celle solari in silicio i quali costituiscono l’elemento ricevente il raggio solare;
  3. l’etilene vinil acetato(spesso indicato con la sigla EVA) che è una materia plastica copolimerica di etilene e acetato di vinile. Nella produzione di pannelli solari fotovoltaici fogli di EVA vengono utilizzati per sigillare il tutto. Le celle solari, assemblate in stringhe e connesse in serie, vengono racchiuse fra due fogli di EVA a formare una sorta di sandwich; poi il pannello solare fotovoltaico, ancora diviso in molti strati: vetro + EVA + celle + EVA + foglio posteriore (back sheet), viene sottoposto ad un processo di laminazione sottovuoto, che portando l’EVA a temperature superiori a 150 °C per tempi di circa 10 minuti, permette la polimerizzazione dell’EVA e incapsula ed isola il tutto dall’aria, garantendo così un tempo di vita molto lungo;
  4. vetro temprato;
  5. scatola d’ingiunzione; la scatola di giunzione fotovoltaica solare è un connettore tra l’array di celle solari composto da moduli a celle solari e dispositivo di controllo della carica solare. La scatola di giunzione del modulo a celle solari gioca un ruolo importante nella composizione del modulo solare, che collega principalmente l’energia generata dalla cella solare con linee esterne. La scatola di giunzione fotovoltaica è incollata insieme al backboard dei componenti da gel di silice, e i fili in uscita nei componenti sono collegati con i fili interni nella scatola di giunzione e i fili interni sono collegati con i cavi esterni per far condurre i componenti e i cavi esterni. Il diodo nella scatola di giunzione assicura che i componenti possano funzionare normalmente quando sono bloccati dalla luce. All’interno delle medesime trovano collocazione i diodi anch’essi costituiti da un involucro di metallo ed una componente in silicio (un piccolo cristallo di materiale semiconduttore, normalmente una piastrina di silicio o di germanio);
  6. rame e argento nella fattispecie cavi conduttori ricoperti di plastica componenti in argento per aumentare la conduttività.

Queste sono le matrici che compongono un pannello fotovoltaico.

Ebbene, entriamo nel cuore della problematica. Come debbono essere gestiti i pannelli fotovoltaici a fine vita?

Risposta: I pannelli fotovoltaici fine vita, stante la loro composizione originaria, presentano tutte le caratteristiche della cosiddetta “circular economy” di cu molto si parla in questi ultimi tempi.

Una volta separato e smistato, ogni componente viene inviato al proprio canale di riciclo:

  1. Il vetro è un materiale riciclabile all’infinito e può essere utilizzato per realizzare contenitori in vetro, fibra di vetro o prodotti isolanti;
  2. L’alluminio, una volta riciclato, viene utilizzato per formare nuovi oggetti, come ad esempio le lattine;
  3. Il silicio può essere riutilizzato fino a 4 volte e viene di solito usato per creare nuove celle fotovoltaiche;
  4. Il rame e l’argento vengono fusi per essere riutilizzati;
  5. La plastica può essere riciclata e destinata alla produzione di altri manufatti quali ad esempio tubazioni per condotte fognarie, vasellame per la vivaistica, ecc.

Pertanto, in sede di rottamazione dei pannelli fotovoltaici (il mercato attuale fornisce apparecchiature che possono avere oltre 30 anni di vita), essendo gli stessi costituiti per la maggior parte da materiale inerte e da altre componenti organiche e inorganiche, le componenti originariamente utilizzate per la realizzazione di questa apparecchiatura, possono essere recuperate fin oltre il 95% del loro insieme.

Conclusioni

Se qualcosa si volesse andare a ricercare in merito alle potenziali forme d’inquinamento derivanti da questi manufatti, queste possono essere ricercate esclusivamente nella fase di fabbricazione.

Quando producono energia elettricità, i pannelli solari non emettono sostanze inquinanti.

La loro produzione, trasporto e riciclaggio hanno un impatto molto basso sull’ambiente.

Inoltre, durante la sua vita, un pannello solare produce molta più energia di quella necessaria per la sua fabbricazione. Il suo impatto sull’ambiente è positivo e sempre in miglioramento.


giugno 2023                                                       Alberto Casoni

 

 

 

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