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Biga, poolish, primo impasto dei panettoni NON sono prefermenti

Ormai la disinformazione corre veloce soprattutto tra i pizzaioli (senza offesa alcuna, ma le statistiche delle professioni di chi fa più video social nel food indicano proprio questo!) e nessuno cerca minimamente di fermarla, perché fa comodo così; c’è chi fa video e continua a ripetere come un mantra che la biga è un prefermento, chi fa corsi mettendo la parola prefermento nel titolo dell’evento, chi fa pubblicare articoli, chi scrive di pane, pizza ecc., chi si spaccia per consulente/docente e diffonde errori madornali di microbiologia ecc.

Possibile che nessuno si sia mai posto la domanda se il termine fosse corretto microbiologicamente?

Siamo quindi giunti alla paradossale, totale deriva della cultura a tal punto che “più diffondi disinformazione più sei famoso e fai consulenze?”

Quando andate a un corso, e chiamate per una consulenza, il professionista pretende il compenso per cui pagate per non imparare tecnicamente nulla oppure per disimparare; cosa dire… oltre il danno la beffa.

Perché prendete sempre per verità assoluta le cose dette/scritte da personaggi X, Y, anche se hanno un titolo di studio? Ormai siamo nell’era dei tuttologi e tutte le persone con un “titolo qualsiasi” vanno in televisione in qualità di esperti di una certa materia o si ergono a professori, arrogando la presunzione di sapere tutto di tutto. Magari fosse cosi, mi troverei con una laurea in medicina, ingegneria o architettura senza saperlo e loro con una laurea in Tecnologie Alimentari senza fatica.

Chi è figlio d’arte o ancora peggio nipote d’arte sa che i “vecchi” panificatori, nel linguaggio gergale comune, chiamavano e chiamano (ancora ora!) la biga -“lievito”- e non era inusuale sentire a metà/fine mattina frasi del tipo “preparo i lieviti”, “faccio il lievito e arrivo”, (dialetto lombardo “ fu il levà e rivi”) .

Nella sua “ignoranza”, mio nonno panificatore usava il termine microbiologicamente corretto, rispetto a certi maestri social, nati nei gruppi amatoriali e non, che la identificano come “prefermento”.

Perché è sbagliato definire una biga, un poolish, la madre, il primo impasto dei panettoni, pandoro, colombe pre-fermento? Semplice perché i prefissi pre oppure post indicano un’azione o un fatto temporale che viene prima (antecedente) oppure dopo un certo evento/step/fase tecnologica produttiva.

Nelle tecniche di processo delle industrie alimentari, ogni produzione (soprattutto discontinua) è identificata da un flow- sheet produttivo che ha diverse fasi processo o step di produzione, identificate da una fase d’inizio.

Nella fattispecie di un qualsiasi prodotto dell’arte bianca, la fase processo 1 è la pesata degli ingredienti, la fase 2 l’impastamento e cosi via, pertanto l’azione temporale è riferita alla fase (fase 1,2, 3, ecc.); ciò che viene prima è pre ciò che viene dopo è post ad ogni fase produttiva.

Quindi, con il termine Pre-impastamento o pre-impasto è identificato tutto ciò che è prima dell’impastamento o della creazione dell’impasto, pesatura compresa; fase 3, prima puntata, o stoccaggio in massa (quando è presente) è la fase che comprende il periodo di tempo tra la fine dell’impastamento e la pezzatura, fase 4 Fermentazione ecc.

La fase processo IMPASTAMENTO è una fase pre FERMENTAZIONE in quanto avviene prima dello step di processo FERMENTAZIONE, ma l’impasto che si produce NON è un prefermentato o un prefermento ma un “fermento” in quanto è ottenuto dall’impiego di un “lievito”.

Da queste considerazioni prettamente tecnologiche si evince che la biga (perché non continuare a chiamarla semplicemente “biga”, giacché sono secoli che si chiama cosi!) è una massa che è creata prima dell’impasto (preimpasto), ma non è un “prefermento” bensì un “lievito” che a sua volta svolge azione fermentante nell’impasto e in tutte le fasi alle quali tale impasto è sottoposto.

Se da un punto di vista prettamente tecnologico- produttivo possiamo parlare di una condizione temporale pre/post, non è possibile assolutamente utilizzare questi prefissi  quando ci si riferisce a un concetto di microbiologia specifico come in questo caso. Quando si aggiunge, volontariamente, S. cerevisiae nella biga, poolish, ecc., la massa in questione, a sua volta, diventa immediatamente substrato fermentescibile, ossia terreno colturale per la crescita e il metabolismo del fermento (termine usato nel linguaggio popolare comune per identificare proprio il S. cerevisiae).

La FERMENTAZIONE non inizia e si conclude solamente in quel determinato intervallo spazio temporale e nell’unica fase specifica dopo l’impastamento e il riposo in massa, ma si avvia nel momento esatto in cui si aggiunge il S. cerevisiae, il cui metabolismo respiro-fermentativo sarà influenzato da due effetti (Pasteur o Crabtree) e diversi fattori limitanti tra cui:

  • Stato della cellula (vivo e vitale).
  • Capacita fermentativa specifica del ceppo utilizzato.
  • Concentrazione di Ossigeno nella massa.
  • Sostanze nutritive (azoto, fosforo ecc.)
  • Concentrazione di glucosio.
  • Pressione e pressione osmotica.
  • Interazione mutualistica/simbiotica con LAB.
  • pH e concentrazione finale di alcool etilico.
  • Temperatura, ecc.

solo per citare i più importanti, di cui l’operatore artigiano, a quel punto non può più fare molto; non c’è un pre o un post perché dall’aggiunta del lievito, il processo non si ferma e sarà solo il ceppo impiegato a stabilirne sia la modalità sia la frequenza in base alle condizioni che incontra e al suo stato cellulare.

Tra i due metabolismi, il lievito predilige assolutamente il processo respiratorio perché produce più energia, energia (ATP) che a sua volta, se supera una certa concentrazione, può causare un blocco allosterico della PFK (fosfofruttochinasi) nonché il complesso enzimatico responsabile della terza reazione della glicolisi; blocco perpetuato anche dal fruttosio 1,6 di fosfato (prodotto della reazione)

Una concentrazione elevata di ATP può dipendere sia da valori elevati di temperatura sia dalla presenza di ossigeno la cui mancanza può, tra l’altro, limitare la produzione di ergosterolo e di alcuni acidi grassi responsabili della corretta plasticità e funzionalità della membrana cellulare.  Sempre restando all’interno delle reazioni metaboliche, un altro step importante di regolazione metabolica è rappresentato dalla concentrazione di PIRUVATO e l’affinità che hanno due enzimi chiave, la Piruvato decarbossilasi (PDC) e la Piruvato deidrogenasi (PDH) verso questo substrato.

A basse concentrazioni di piruvato, la PDC ha maggior affinità verso l’acido piruvico (piruvato, nonché prodotto finale della prima fase glicolitica ottenuto con un bilancio di 1:2/ gluc:piruvato) pertanto il processo devia verso la respirazione; quando la concentrazione di piruvato diventa elevata (conseguenza della repressione da glucosio o effetto Crabtree) e supera  la soglia di saturazione del complesso enzimatico PDH, allora si attiva la PDC, decarbossilando il piruvato ad acetaldeide e proseguendo verso la produzione di alcool etilico.

L’alcool etilico o etanolo, oltre una certa concentrazione, può inibire l’alcool deidrogenasi (enzima che ha catalizzato la reazione da acetaldeide ad alcool etilico) fermando il processo e deviando l’alcool etilico verso la produzione di glicerolo3P. Si può quindi tranquillamente affermare che il S. cerevisiae produce, accumula e consuma l’alcool prodotto.

Nonostante abbia cercato di semplificare per questioni didattiche alcuni interscambi metabolici e omettendo volutamente la produzione, il consumo di NAD+, NADH, H+, fosforilazione ossidativa nonché il corretto bilanciamento delle reazioni, le complessità non sono finite perché quello che può regolare tutti i processi (oltre chiaramente all’ossigeno, temperatura ecc.) è la concentrazione di glucosio nel mezzo/substrato.

La concentrazione di glucosio è la responsabile dell’effetto Crabtree conosciuto anche come Repressione da glucosio il quale, a sua volta, può non solo causare un blocco allosterico sulla PFK, aumentare la concentrazione di piruvato ma anche:

  • Bloccare la trascrizione dei geni che codificano la sintesi delle proteine di membrana specifica per il trasporto verso la cellula del glucosio.
  • Inibire l’azione della maltopermeasi
  • Bloccare la trascrizione dei geni responsabili della codifica degli enzimi mitocondriali.
  • Esercitare una repressione sul citA e bloccare la fosforilazione ossidativa.

Questo per dire che nel momento in cui si fa una qualsiasi aggiunta di S. cerevisiae, dopo una lag fase inziale di adattamento cellulare al nuovo substrato di circa trenta minuti, si avviano spontaneamente i processi respiro fermentativi nei quali si producono acidi, piccoli peptidi, aromi, precursori di aromi, CO2, etanolo, acqua, massa cellulare ecc., ma il processo non si ferma neanche mettendo a 0/+4°C la massa.

A questa temperatura tutti gli enzimi implicati nel dualismo metabolico si trovano in una condizione non idonea rispetto al range ottimale di temperatura; rallentano solo il loro comportamento (azione batteriostatica) ma non la bloccano. L’unica possibilità per bloccare definitivamente un processo metabolico (azione battericida) è denaturare le proteine e può essere fatto solo con valori estremi di temperatura (cottura).

In conclusione, NON bloccando mai la fermentazione della massa non è possibile identificarla unicamente solo in un determinato intervallo temporale e nella specifica fase processo FERMENTAZIONE, perché in qualsiasi step produttivo, la massa fermenta; s’interrompe solo in cottura dove peraltro, se la temperatura non raggiunge certi valori, non si disattivano complessi enzimatici come lipossigenasi, alfa amilasi batteriche ecc., che possono continuare la loro azione nelle fasi post cottura.

Questo è solo un breve contributo per fare capire chiaramente perché è ERRATO/ SBAGLIATO/ DISINFORMANTE/ FAKE dire che la biga, la madre, il poolish, la pasta di riporto, il primo impasto dei panettoni, colombe, pandoro ecc., sono prefermenti.

Inoltre, questa spiegazione è destinata solo a chi ha voglia di informarsi seriamente, scientificamente e non si limita solo a ripetere a pappagallo la parola prefermento e “a bere” le fandonie raccontate dai personaggi più o meno blasonati di turno; per gli altri …

Dott.ssa Simona Lauri

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Rapex, sistema comunitario di informazione rapida di rischio grave per i consumatori

Cosa è il sistema Rapex

Iniziamo dalle definizioni, che possiamo trovare sui siti ufficiali, come questa riportata dal Ministero dello Sviluppo Economico:

“Il Rapex è un sistema comunitario di informazione rapida per i prodotti non conformi, grazie al quale le Autorità nazionali degli Stati membri notificano alla Commissione europea i prodotti (ad eccezione degli alimenti, dei farmaci e dei presidi medici) che rappresentano un rischio grave per la salute e la sicurezza dei consumatori.”
In pratica è un sistema di allerta rapido che si applica solo ai prodotti non alimentari e non sanitari.
La segnalazione del prodotto o della sostanza pericolosa viene inserita in un sistema centralizzato in modo che tutti i Paesi membri dell’Unione Europea possano essere avvisati e prendere le misure adeguate.

Infatti, accedendo al sistema centralizzato, il cosiddetto “Safety Gate”, è possibile consultare le segnalazioni che giungono su base settimanale e/o  cercare un prodotto inserendo alcune informazioni in un form reperibile a questo link: (Safety Gate: the EU rapid alert system for dangerous non-food products (europa.eu)).

E’ possibile iscriversi a una newsletter in modo di essere informati direttamente sulla propria email (cliccando sul menù la sezione “avvisi” e poi su “effettua un abbonamento”.
Inutile dire che questo servizio riveste la massima importanza per la Polizia Locale che si occupa di controlli annonari.
Visitando l’archivio è possibile vedere immagini di giocattoli, materiale elettrico e molto altro, ritirati dal mercato per problemi di sicurezza dei consumatori.

Cerchiamo ora di analizzare i principali rischi di alcuni prodotti

Giocattoli

I principali rischi cui sono esposti i bambini che giochino con giocattoli non conformi sono:

  • rischio di soffocamento/strangolamento, spesso associato a presenza di piccole parti
  • rischio chimico per presenza di sostanze chimiche vietate (quali ftalati, piombo, cromo VI e altri metalli pesanti)
  • rischio microbiologico dovuto a ingestione, inalazione o contatto con elementi contaminati.
  1. Rischio di soffocamento/strangolamento
  • Fogli di plastica flessibili come parte del giocattolo e dell’imballaggio possono aderire alla bocca del bambino impedendone la respirazione.

Nota: Giocattoli a proiettili muniti di ventosa ed altri giocattoli a forma emisferica (a forma di tazza, ciotola o di mezzo uovo, aventi un’apertura più o meno sferica, ovale o ellittica) che i bambini si pongono sul volto durante il gioco, possono produrre un effetto a ventosa che non lascia passare l’aria.

  • Palloncini di lattice non gonfiati o rotti possono essere causa di soffocamento.

Nota: Sulle confezioni deve essere apportata specifica avvertenza di attenzione per i bambini di età inferiore a 8 anni.

  • Giocattoli che si espandono a contatto con l’acqua possono rappresentare un rischio, in quanto, se ingeriti possono provocare soffocamento o occlusione intestinale.

Nota: Nei giocattoli destinati ad essere messi in bocca, nessuna delle parti deve produrre piccoli pezzi, da cui potrebbe derivare un rischio di soffocamento: piccole parti, come fischietti amovibili o  trombette devono risultare fortemente adesivi e non staccabili.

  • Giocattoli con lunghezza libera delle corde possono formare nodi scorsoi.

Nota: Lacci muniti di trazione elastica possono costituire un rischio di strangolamento. Gli Yo-Yo con il laccio elastico sono pericolosi.

  • Giocattoli che contengono magneti o componenti magnetici, in caso di ingestione o inalazione, possono provocare lesioni gravi o mortali, in quanto i magneti possono attaccarsi tra loro anche all’interno del corpo umano.

Nota: I magneti costituiscono un rischio emergente: negli ultimi anni essi sono diventati più piccoli e più potenti; esiste una normativa che vieta quelli dotati di maggiore forza attrattiva.


2. Rischio chimico

Da evidenziare che tutti i giocattoli che presentano un odore percepibile segnalano la presenza di sostanze chimiche utilizzate.
Sul Rapex risultano segnalati parecchi giocattoli realizzati in plastica morbida che contengono ftalati (Uso consentito max 0,1%).
Su altri giocattoli sono state rinvenute sostanze tossiche come piombo e cromo (vernici di rivestimento), Benzene (filtri delle punte di pennarelli), solventi e idrocarburi (alcune gomme e manubri di biciclette).
Diversi giocattoli ritirati presentavano il vano delle batterie non a norma CEI EN 62115.
Le batteria, infatti, potevano essere ingerite dai bambini con conseguenze anche fatali (tossicità chimica e soffocamento).

Le norme in vigore prevedono che per bambini con un’età inferiore ai 36 mesi, il vano batterie dei giocattoli deve essere inaccessibile in modo da richiedere l’intervento di un adulto per aprirlo mediante l’utilizzo di appositi strumenti.
Particolare riguardo va dato alle batterie a bottone, in cui vani non a norma risultano essere in assoluto i più pericolosi.

3. Rischio microbiologico

Un esempio per tutti: le bolle di sapone.
Possono presentare un rischio microbiologico specie se provengono da paesi dove l’acqua potabile è poco disponibile.
Il pericolo è correlato alla possibilità che il liquido contaminato (solitamente da batteri) sia ingerito, inalato, entri in contatto con la pelle o con le mucose.
Per questi giocattoli il Ministero della salute richiede obbligatoriamente le verifiche con analisi microbiologiche.

Il caso dei giocattoli rivolti a un’età superiore

Di solito i giocattoli presentano una scritta del tipo: vietato ai minori di tre anni.
Senza questa dicitura sono destinati anche ai più piccoli.
In questi casi occorrerà fare prove di trazione e di resistenza, per evitare il rilascio di piccoli pezzi che potrebbero soffocare un bambino.

I detergenti

I detergenti possono essere commercializzati in qualsiasi forma (liquido, polvere, pasta, barretta, panetto, ecc.) ed essere utilizzati per scopi domestici, civili e sanitari o industriali.
Sono prodotti di uso quotidiano, grazie ai quali è possibile mantenere l’igiene degli ambienti e la buona cura di abiti, tovaglie, lenzuola, mobilia e oggetti per la casa.
Il pericolo insito in questi prodotti è la potenziale presenza di sostanze vietate.

Articoli di abbigliamento

Gli articoli di abbigliamento (vestiti e scarpe) sono prodotti spesso presenti tra le notifiche Rapex.
Il rischio, principalmente correlato all’abbigliamento per bambini, sta nella presenza di lacci liberi, possibile causa di strangolamento e ferite.

Altre notifiche sono dovute alla presenza di coloranti in grado di rilasciare ammine aromatiche cancerogene, vietati dal punto 43 dell’allegato XVII del Regolamento Reach, alla presenza di cromo ( cancerogeno e fortemente allergizzante), alla presenza di ftalati, utilizzati per ammorbidire impermeabili, scarpe per bambini o per applicazioni poste a volte su bavaglini o tutine, al nichel (vietato quando la sua cessione supera il limite consentito dal punto 27 dello stesso allegato XVII).
Per chiarire la portata delle problematiche sopra descritte, è da dire che nel 2009 il sistema Rapex registrò un gran numero di articoli con dimetilfumarato (DMF), biocida mai autorizzato in Europa, responsabile di dermatiti anche gravi.
Questa sostanza chimica era presente nelle bustine anti umidità che accompagnavano articoli di calzature, abbigliamento e borse.
Evaporando dalle bustine, veniva assorbita dagli articoli, determinando, nei soggetti suscettibili, lesioni da contatto ulcerative.
Decisamente una problematica molto seria!

Miscele per tatuaggi e dermopigmentazione

Tali miscele rientrano nel campo di applicazione del Regolamento (CE) n.1907/2006 (meglio conosciuto come  Regolamento REACH) che recentemente ha operato una restrizione a moltissime sostanze, al fine d’impedirne la presenza nella miscela per la pratica di tatuaggio al di sopra dei limiti stabiliti.

In particolare, il Regolamento (UE) n. 2020/2081 ha modificato il Regolamento REACH, aggiungendo la restrizione n. 75 specifica per le miscele destinate alle pratiche di tatuaggio. La restrizione si applica dal 4 gennaio 2022, con un deroga al 4 gennaio 2023, per due soli pigmenti (Pigment Blue 15:3 e Pigment Green 7).
Di conseguenza, non possono essere immesse miscele per tatuaggi o usate miscele per tatuaggi non conformi alla restrizione n. 75 del suddetto regolamento REACH.
In particolare, sono vietate sostanze classificate pericolose ai sensi del Regolamento CLP come cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione, sensibilizzanti, corrosive, irritanti per la cute o che provocano lesioni oculari gravi ovvero irritazione oculare.

La restrizione REACH dispone anche delle condizioni riguardanti l’etichetta delle miscele destinate alla pratiche di tatuaggio (obbligo per il fornitori che immettono sul mercato), le quali si integrano, laddove applicabili, a quelle disposte dal Regolamento CLP.
In etichetta devono essere indicati, il nome della miscela; l’elenco degli ingredienti, il numero di lotto e la dicitura “Miscela per tatuaggi o trucco permanente”. L’etichetta deve essere in italiano e, laddove opportuno, deve indicare la dicitura “contiene nichel” o la dicitura “contiene cromo”, in quanto tali metalli possono provocare reazioni allergiche. Le informazioni in etichetta devono essere chiaramente visibili, ben leggibili e apposte in modo indelebile.
Infine, dal punto di vista del rischio biologico, rimane obbligatoria l’indicazione in etichetta della data di durata minima e della garanzia di sterilità del contenuto.

Casalinghi

Tra i casalinghi notificati al Rapex, oltre a quelli a rischio incendio o elettrico,  esistono quelli a rischio amianto.
Sembrerà incredibile ma in Cina l’amianto non è bandito e viene usato per i beni di consumo.

Tra il 2006/2007, in Italia sono state effettuate parecchie notifiche al Rapex per termos di produzione cinese con all’interno, nell’intercapedine tra i due vetri, pasticche circolari, cilindriche o dischetti di amianto.
In Italia in quegli anni vennero sequestrati circa 60.000 articoli e gli importatori segnalati all’Autorità Giudiziaria.
Successivamente la presenza di amianto è stata rilevata dal Ministero della salute italiano nelle fiaccole da giardino in bambù provenienti dalla Cina.
Presentavano, infatti, una rondella di cm 3 di diametro, costituita da cartone di crisotilo e, quindi, estremamente friabile (tenore in amianto 75%), utilizzata per ridurre la temperatura e posta tra lo stoppino della fiaccola e il tappo del flacone per l’olio combustibile.
Le fiaccole vennero ritirate e gli importatori denunciati.

Gadget

L’azione di vigilanza con le relative notifiche e sequestri si esplica anche su numerosi gadget, portachiavi muniti di puntatori laser, scambiati spesso come giochi, appartenenti alla classe III ai sensi CEI EN 60825, quindi lesivi per la vista e vietati dall’Ordinanza del Ministero della salute 16 luglio 1998, accendini fantasia vietati dal D.M 10 agosto 2007, penne dotate di capsule esplosive in grado di ustionare e di determinare lesioni agli occhi.

Altri gadget sono in apparenza simili a prodotti, ma in realtà del tutto differenti (accendigas, telecomandi, telefoni cellulari, penne a sfera, gomme da masticare etc.) in grado di fornire scariche elettriche fastidiose o dolorose in persone, ignare della loro reale natura; questi articoli sono ritenuti pericolosi e come tali non dovrebbero essere posti sul mercato (Circolare Ministero salute 11 maggio 2010, n. 44711).

Cosmetici

Il Regolamento 1223/2009 stabilisce che tutti i prodotti cosmetici devono essere fabbricati, manipolati, confezionati e venduti in modo tale da non causare danni alla salute delle persone. I requisiti di sicurezza sono garantiti essenzialmente attraverso quattro meccanismi.

Le tutele previste dalla legge

  1. Le liste positive e negative degli ingredienti

 

La normativa stabilisce che siano elencati, in appositi allegati, le sostanze che non possono essere utilizzate nei cosmetici e quelle il cui uso è consentito con particolari limitazioni (di dosi, condizioni e campo di impiego), dette liste negative. Mentre quelli che indicano gli ingredienti utilizzabili per specifiche funzioni (coloranti cosmetici, conservanti e filtri UV) sono definite liste positive.

  1. Le indicazioni sul prodotto cosmetico

Per legge tutti i cosmetici, compresi i campioni gratuiti, possano essere immessi sul mercato soltanto se il contenitore a diretto contatto con il prodotto (contenitore primario) e la sua eventuale scatola (imballaggio) recano precise indicazioni in modo facilmente leggibile e visibile. Se il contenitore è di piccole dimensioni, alcune informazioni potranno essere reperibili su un foglio di istruzioni, o una fascetta o un cartellino allegati.

L’etichetta deve contenere una serie di informazioni che permettano al consumatore di scegliere in modo consapevole. Alcune di queste informazioni sono essenziali anche per garantire la sicurezza del cosmetico, in particolare:

l’elenco degli ingredienti contenuti nel prodotto che sono riportati, dopo la parola INGREDIENTI o INGREDIENTS, in ordine decrescente di peso. In questo modo, i consumatori che presentano particolari allergie possono controllare se la sostanza alla quale sono allergici è presente in quel cosmetico;

l’elenco degli ingredienti può contenere, quando la loro concentrazione supera determinati limiti, anche alcune delle 26 sostanze identificate dal Comitato Scientifico per la Sicurezza del Consumatore dell’Unione Europea che spesso compongono le fragranze e che possono, più di altre, indurre reazioni allergiche.

la funzione del prodotto, scritta nella lingua ufficiale dello Stato nel quale è venduto il cosmetico: questo fa sì che il consumatore sappia a che cosa serve ciò che sta acquistando e non commetta errori in questo senso;

le avvertenze e le modalità d’uso, ovvero le istruzioni per un utilizzo corretto e sicuro del prodotto che tutelano il consumatore da possibili rischi.

E’ del 12 Settembre 2023 la notizia della presenza di una fragranza (Lilian) considerata come tossica per il sistema riproduttivo umano, la salute del feto e per la cute delle persone.
E’ vietata come ingrediente nei cosmetici dal 1 Marzo 2022 (nome Inci: Buthylfenil Metylpropional o BMHCA).

Tale divieto è stato previsto dal Reg. Ue 2021/1902. Nonostante che da questa data non potrebbe più essere usata nei cosmetici, risulta tuttavia ancora presente in tantissimi profumi, deodoranti, shampoo, creme e lozioni di prodotti di marca come Dove, Borotalco, Nivea e non solo venduti in tutti i supermercati, profumerie e qualsiasi altro esercizio commerciale.
Per questo caso si è attivata la Guardia di Finanza che a livello nazionale ha sequestrato migliaia di prodotti di marche blasonate.

Analizzando l’elenco dei prodotti ritirati, pubblicato sul Rapex, è possibile anche per la Polizia Locale avere quasi in tempo reale l’elenco dei prodotti da controllare e sequestrare nell’interesse dei consumatori.

Questo lavoro potrebbe essere svolto in tutti gli 8000 comuni italiani, visto che la Polizia Locale è l’unica Polizia presente capillarmente in ogni realtà cittadina.

Come agire?
Iscrivendosi alla newsletter del Rapex, è possibile avere in tempo reale la descrizione di prodotti segnalati per il ritiro e quindi è possibile procedere alla ricerca e al sequestro.
Riguardo al Lilial, quindi a un prodotto cosmetico, è da dire che l’articolo 3 del D.Lgs. 204/2015 ha introdotto il reato di commercio e detenzione di prodotti cosmetici contenenti sostanze nocive.
Andrebbero quindi denunciati i titolari delle aziende, i grossisti e i negozianti, se non hanno provveduto al ritiro nonostante la segnalazione.
Nel caso di prodotti con all’interno il Lilial (BMHCA) se il commerciante volesse provvedere autonomamente al ritiro dai banchi di vendita, la procedura è quella di accantonarli e sigillarli in un contenitore con l’apposita dicitura: “Prodotti non vendibili o cedibili da restituire al fornitore” e poi restituirli al fornitore.

Per dare un’idea della portata dei prodotti segnalati al Rapex, di seguito un parziale elenco proveniente dal sito “Il Salvagente”:

BOROTALCO Active Roll-on deodorant;

Dove original crema idratante;

INTESA Balsamo sensitive Aftershave;

Nivea tonico addolcente Tonico pelli secche e sensibili;

Palmolive aroma sensations shower gel;

Neutromed Power Rivitalizzante Doccia Shampoo Corpo e Capelli;

Neutromed Miele Elixir – Profumo di Gardenia Bianca  shower foam;

ONLY – olio non olio modellante Hair styling oil;

Prep Crema Mani Ripatrice Hand cream ;

Lycia depilazion Crema dolce rasatura;

Neutromed Cream & Oil shower foam;

La notte dell’uomo Eau de toilette;

Nivea rassodante Latte idratante.

Nivea Creme care Salviettine struccanti viso.

Prodotti che tutti noi conosciamo molto bene e che, magari, utilizziamo tutti i giorni!

Piero Nuciari

Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici

DECRETO LEGISLATIVO 4 dicembre 2015 , n. 204 Disciplina sanzionatoria per la violazione del regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici

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Dott.ssa Simona Lauri. Arte bianca tra reati e fake news. MIGA WEB TV.

Ospite della mia trasmissione “la circolarità delle idee” in collegamento Skype, SIMONA LAURI, una delle massime esperte in Italia di arte bianca, panificazione e grandi lievitati, nonché consulente e formatore. Messa in onda  Venerdì 13 Ottobre 2023 alle ore 7.55, 12.50, 14.55, 20.25 e 23.05 su

www.migawebtv.it

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